
Valerio DeMarchi, in arte Valerius, è uno scultore puro, interprete di una figuratività sognante e piena di fascino. Il tema fondamentale dell’artista è la donna, letta e rappresentata come una figura primigenia, portatrice di valori al di là del tempo e dello spazio.
Paolo Levi

È la ricerca della verità interiore che è sinonimo di bellezza, del sentimento e dell’emozione che lo scultore racchiude nella materia. Materia che viene modellata senza alcuna concessione alla ritrattistica o al realismo, ma palpita nelle sue mani e concretizza l’idea.
Federica Louser
Scarica il testo a cura di Mario Guderzo

Valerio De Marchi, in arte Valerius (*1941), vive e crea i suoi splendidi bronzi patinati a Pieve di Soligo. Autodidatta, giovanissimo frequentò il conterraneo Carlo Conte studiando anche altri protagonisti della scultura italiana vicini al suo sentire, come Arturo Martini e Francesco Messina.
Utilizzando il gesso e materiali più recenti, modella secondo l’antica tradizione le sue donne che vengono, successivamente, tradotte in bronzi. L’artista deriva dalla scultura classica l’idea di perfezione che declina alla rappresentazione del corpo femminile, soggetto prediletto attraverso cui instancabilmente persegue la ricerca della purezza delle forme.
Le figure sono spesso ispirate al mito e portano nomi che rimandano ad etimologie e significati profondi, immortali, ma un altro grande ambito della sua opera è quello della ritrattistica. Continua la propria ricerca artistica da quasi 60 anni: per Valerius l’arte è l’espressione più intensa dell’eternità.
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