Aldo Tavella
17 Novembre 2020
Valerius
17 Novembre 2020
 

Pietro Mancuso


Una breve biografia

Pietro Mancuso nasce a Valdobbiadene, nel Trevigiano, il 9 settembre 1944, e come tanti coetanei, negli anni 60 cerca lavoro in giro per l'Europa; si trasferirà prima in Svizzera e poi in Olanda. Si appassiona all’arte nel tempo, visitando le antiche cattedrali e le maggiori collezioni dei musei pubblici estere e decide di dedicarsi completamente alla pittura quando si ritrova faccia a faccia con le opere espressioniste di Kirchner, Heckel e Kokoschka.

Tornato in patria nel 1967, completa il suo apprendimento studiando i maestri del Cinquecento Veneto; da allora lavora nel suo studio solitario tra le vigne dei colli di Valdobbiadene e le sponde del fiume Piave, dove oltre a dipingere tavole ad olio, si dedica anche alla scultura sperimentando diverse tecniche. Nel suo percorso artistico essenzialmente autodidatta, Mancuso è approdato alla visione dei grandi maestri del Simbolismo e della Pittura Metafisica rinnovando la sua “maniera” di approccio alle tecniche della pittura, della scultura e del disegno.

Il tema prediletto della metamorfosi si è consolidato nel tempo, ora più lucido e sognante, ora più duro ed ossessivo. Le sfumature create a partire dai colori cangianti sono la sua cifra stilistica più autentica: esse arricchiscono le rappresentazioni di una carica emotiva e simbolica che, a partire da elementi figurativi riconoscibili del mondo naturale, come foglie, insetti o parti del corpo, conduce l’osservatore a considerare l’insieme compositivo in un processo che termina con una vera e propria introspezione onirica proprio in virtù di quelle tonalità capaci di toccare ognuno di noi nel profondo.

Un Sogno Dirompente

ENNIO POUCHARD
Pietro Mancuso “si fionda” con la fantasia da un mondo tradizionalmente familiare, con impressioni forti di campagna (la sua, appena fuori dalla natia Valdobbiadene), in un universo fluido, fantasioso, onirico, che appartiene a lui solo. Grovigli di figure, nude ma senza nudità fisicamente evidenti, anzi inizialmente prive di fisicità materica, che rapidamente, mentre le idee del pittore si fanno precise, acquisiscono facoltà magiche, in un insieme dove trionfano i colori forti e tanti fondi scuri.


 
Queste composizioni rappresentano un elemento chiave nell’arte di Mancuso, inserite in affollati insiemi di strutture geometriche e architettoniche, con archi, costruzioni a sbalzo, pavimentazioni stellate (che a volte diventano a scacchiera) o semplicemente piani squadrati e timbricamente distinti, che si amplificheranno nei “tutto pieno” dei dipinti di grandi dimensioni, ricorrenti nella produzione dell’artista.

Ennio Pouchard

Oggi l’arte di Pietro Mancuso non ha riferimenti che in Pietro Mancuso. È vestita di nudità e il definirla così non è retorico, perché i corpi femminili che a centinaia saturano i dipinti a olio su tavole rivestite di faesite hanno spesso incarnati volutamente artificiali, talvolta quasi metallici, o mitologicamente panici.

Ennio Pouchard

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